Cataletica
Di Attilio Fortini
Gr: ἀκρασία Fr: acrasie
Definizione: agire secondo il criterio di cio' che é corretto. Viene però impiegata anche per designare la debolezza di volontà o l'incapacità ad agire secondo principi ragionevoli.
Nel Protagora di Platone Socrate chiede come sia possibile giudicare che una cosa é la migliore e poi agire in modo contrario. Egli sostiene che l'acrasia é illogica, dato che nessuno agisce volendo fare o farsi del male. Il problema é dunque per Socrate da porre nei termini di essere o meno vinti dal piacere, proprio perché nessuno conoscendo il bene vuole per se il male. Cedere al piacere é cedere a qualcosa che nell'immediato da un beneficio, ma che purtroppo nel futuro diverrà un malanno. L'intelligenza può quindi venire in aiuto per risolvere il problema dell'acrasia, perché se si é consapevoli che un piacere immediato sarà in futuro un danno, si può agire di conseguenza.
Aristotele nell'Etica Nicomachea libro VII critica Socrate dicendo che il problema non é solo di conoscere o meno il bene o il male, dato che ci sono persone che seppur sanno che una certa azione produrrà un male non desistono di compierla ugualmente. Il Problema per Aristotele é che non sempre ciò che si dice di conoscere poi lo si conosce realmente. Ad esempio, apprendere le cose senza interiorizzarle, non aiuta molto a seguire il bene. Diviene perciò di estrema importanza anche il metodo con cui si comprendono le cose, dunque anche il modo in cui si viene educati.
Per finire San Paolo nella lettera ai Romani ci dona un esempio di come a suo avviso si debba realizzare l'acrasia: "non faccio ciò che voglio ma quello che non voglio".